La musica dei Robotnik spazia nelle forme e negli stilemi, sfuggendo alle classificazioni rigide e _nonostante la riconoscibile matrice rock_ distinguendosi per la forte impronta innovativa. Nati nel 1999, sono un collettivo sperimentale che sviluppa una ricerca continua nel campo della composizione contemporanea, post-rock e dell'improvvisazione libera. Una piccola fotografia della prima parte del loro percorso é data dal CD Greatest Tits 1999-2005, autoprodotto. Vincendo in trionfo la settima edizione di GREENAGE - 2005/2006, la più lunga rassegna rivolta alla musica emergente in Italia, organizzata dal Folkclub a Maison Musique, si aggiudicano la possibilità di registrare un disco presso FABRIQUE MUSIQUE, la nuovissima sala di registrazione di MAISON MUSIQUE. Il lavoro sul nuovo album BRODO inizia nel maggio del 2007 e si conclude a marzo 2008, coinvolgendo artisti come Igor Sciavolino (Sax), i francesi Barbarins Fourchus da Grenoble, il fisarmonicista jazzista Pietro  Mortara (Venegoni  & Co.), il batterista Felice Sciscioli (I Treni all’Alba / Arodora), il polistrumentista e cantante lirico Devis Longo (Birkin Tree / Coro del Teatro Regio di Torino), il sassofonista Alessandro Cartolari (Anatrofobia), il chitarrista improvvisativo Chris Iemulo, il clarinettista Mariano Cirigliano e il trombonista Giorgio Cotto (Bandakadabra), il sassofonista “Cecio” Francesco Grano (Mr. T-Bone and the Young Lions / Rootscall)… e altri ancora.

 

Musica a Consiglio

Assolutamente innovativa e rivoluzionaria è la tecnica compositiva dei Robotnik. La Musica a Consiglio è una riflessione critica circa il confine fra composizione ed improvvisazione, in linea con gli esperimenti di notazione grafica di compositori avant-garde quali John Cage, Earle Brown e Karlheinz Stockhausen. I primi studi di improvvisazione libera, portano i Robotnik a usare immagini, film e oggetti con cui confrontarsi in performance live.  Ne sono un esempio le proiezioni della visual artist Veronica della Rocca, che corredano l’esecuzione dei brani in concerto, o improvvisazioni libere guidate ritmicamente dal pedalare di Massimo Laiolo (voce) su una cyclette installata sul palco. Ulteriore evoluzione della ricerca è il cortometraggio “Musica dai Citofoni” del 2003, girato e montato dagli stessi Robotnik, soggettiva surreale dell’uomo che scopre la felicità da fonti sonore sparse nella sua città. Come naturale sviluppo di questo fruttuoso lavoro i Robotnik giungono nel 2005 all’utilizzo del metodo da loro denominato “Suggested Music” o “Musica a Consiglio”, stato dell’arte della ricerca del collettivo di musicisti.

I Robotnik usano una traccia musicale, criptata al pubblico, ma in cuffia ai musicisti, che consente loro di improvvisare liberamente, dando alla sessione una struttura con cui misurarsi e - a volte - lottare. Il risultato, sempre diverso e sorprendentemente fluido, è un'orchestrazione fantasma in cui i musicisti conservano integralmente la loro indipendenza espressiva senza tuttavia sfociare nell’improvvisazione totale e anarchica. In questo modo il rapporto tra musicisti che interpretano la partitura e gestiscono l’improvvisazione e compositori della traccia guida è sempre differente e mai scontato ma rimane fruibile. Le collaborazioni si estendono anche alla video arte durante le performance dal vivo: nell’improvvisazione audio-video Paesaggi i VJ’s interagiscono con i musicisti proiettando “a consiglio” immagini di Massimo Laiolo, selezionate da un insieme di differenti espressioni del suo viso.

I Robotnik stanno quindi esplorando a 360° le possibilità di questo metodo, proponendo le loro composizioni a musicisti ed ensemble eterogenei per genere e composizione.

La risposta da parte dei musicisti coinvolti è stata entusiastica e Brodo è il primo album che porta, in parte, il segno tangibile di questa esplorazione. Brodo, prodotto da Paolo Lucà e distribuito dall’EGEA, è stato presentato in anteprima nazionale il 19 aprile 2008 con un concerto a MAISON MUSIQUE (Rivoli- To).

 

Onlinenews.it - maggio 2009

 

JAZZLINE.IT recensione

Devo confessare che per uno come me, abituato ad ascoltare prevalentemente dischi di jazz, questo album dei Robotnik ha posto non pochi problemi. Si trattava di scrollarmi di dosso tutta una serie di parametri e cercare di ascoltare l’album a mente aperta. Alla fine credo di esserci riuscito in quanto devo confessare che dopo aver sentito più volte l’album in oggetto ne sono stato sinceramente interessante e per più di un motivo.

Innanzitutto l’evidente freschezza della musica che non si “appoggia” ad alcuna sponda conosciuta e naviga ora sicura, ora leggermente incerta, verso lidi non facili; in secondo luogo l’ottima preparazione di base dei musicisti che non certo a caso hanno vinto la settima edizione di “Greenage” la più lunga rassegna musicale rivolta alla musica emergente in Italia, organizzata dal Folkclub a Maison Musique; in terzo luogo l’originalità dei brani in cui un linguaggio di chiara matrice rock si mescola ad influenze di altra natura creando un ibrido spesso coinvolgente.

Interessante anche la tecnica compositiva-esecutiva: l’idea di base è suonare improvvisando su varie melodie ascoltate in cuffia; ovviamente noi ascoltatori non sappiamo di cosa si tratti e siamo quindi in grado solo di apprezzare il risultato finale, vale a dire il grado di interplay che i musicisti sono riusciti a stabilire improvvisando totalmente.

Insomma un procedimento allo stesso semplice e complesso…ma per rendersi meglio conto del tutto è importante ascoltare con attenzione le ultime tracce dell’album in cui il gruppo “tratta” brani altrui come “Turn the world around” di Belafonte o “Mah na, mah na” di Umiliani. Confrontate queste esecuzioni con gli originali ed avrete una certa idea di come si muovono i Robotnik…che comunque sono attesi a prove più “leggibili” e quindi, proprio per questo, più impegnative

 

Robotnik

BRODO

(prodotto da Paolo Lucà)

Robotnik:

Stefano Cagliero (tromba); Riccardo Castagna (chitarra);

Stefano Oletto (basso); Massimo Laiolo (voce); Marco Munna (pianoforte); Federico Arbore (sax);

Ospiti: Paolo Musarò (batteria); I

gor Sciavolino (Sax - ChantSong Orchestra);

Dario Bruna (Batteria - CLGEnsemble, Actisband); Felice Sciscioli (Batteria - I Treni all’Alba / Arodora); Devis Longo (Sax e Voce – Birkin Tree / Coro del Teatro Regio di Torino);

Chris Iemulo (chitarra); Enrico Mazzone (Batteria) e altri a sorpresa.

 

 

Mondomix - estate 2009

 

Musica Jazz - luglio 2009

 

La Repubblica ed. Torino

24/05/09

 

Rockerilla - giugno 2009

 

 

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