Incontro con il pubblico:

lunedì 11 aprile – ore 18.00 ROMA, La Feltrinelli

Via Appia Nuova 427

 

Mafalda Arnauth in concerto:

mercoledì 13 aprile MODENA,

Teatro Comunale Pavarotti

gio 14 aprile LUCERA (FG), Teatro Garibaldi

ven 15 aprile OSTUNI (BR), Teatro Roma

 

Line up:

MAFALDA ARNAUTH voce,  EURICO MACHADO chitarra portoghese,

NELSON ALEIXO chitarra acustica, DANIEL PINTO basso acustico.

 

 

ALIAS 4/6/11

Andare un po' più in là dei concetti di spazio e tempo come realtà immarcescibili serve a comprendere meglio il passato e di conseguenza le trasformazioni in atto. Gettare uno sguardo lucido alla cronologia, alla storia, ai suoi personaggi così come sono stati narrati, come arrivano a noi, può aiutare a capire, dice Arnauth, se «il fado carico di storia, memoria e saudade mi ha portato alle voci, o se le voci cariche di anima, vita e cuore al fado». La chanteuse lisboeta propone questa chiave di lettura nel suo ultimo album, Fadas, una rivisitazione di fado popolari resi celebri da grandi interpreti femminili del passato, Amalia Rodriguez, Herminia Silva, Celeste Rodriguez, Beatriz da Conceição. C'è il violoncello, il sopros e la fisarmonica a colorare la tavolozza dei timbri degli strumenti dell'organologia tradizionale; e la vis interpretativa della cantante che rende merito a brani come Vira da minha rua. (g.d.f.)

 

Dodici brani dedicati alle donne e all’universo femminile. Questo è Fadas, il nuovo album di Mafalda Arnauth. Una raccolta di canzoni classiche del fado, anche poco conosciute, interpretate col suo inconfondibile stile. Un omaggio a tutte le anime fadiste che l’hanno ispirata nel corso della sua folgorante carriera. Canzoni incise e riarrangiate insieme ad uno straordinario cast di musicisti: Luís Guerreiro (chitarra portoghese), Luís Pontes e Ramón Maschio (chitarra classica), Fernando Júdice (basso acustico), Pedro Santos (fisarmonica), Daniel Salomé (fiati) e Davide Zaccaria (violoncello). Un lavoro che esce volutamente dai canoni musicali di genere aggiungendo agli strumenti tradizionali (chitarra portoghese, acustica e basso) anche la musicalità di violoncello, fisarmonica e fiati.

“In Fadas - spiega Mafalda - ho deciso di cantare alcune di quelle voci, donne uniche, magiche, che in alcuni casi ho avuto il privilegio di conoscere e altre che non ho conosciuto, ma che sono state allo stesso modo cruciali per la mia crescita ed evoluzione come fadista”. Si riferisce ad Amália Rodrigues, Hermínia Silva, Fernanda Baptista, Celeste Rodrigues e Beatriz da Conceição. “Queste - prosegue Mafalda - sono solo alcune delle figure che sono riuscita a portare in questo album. E con loro ci sono alcuni dei primi pezzi che ho cantato: Saudades da Júlia Mendes, Tendinha, Fado Madragoa, Hortelã Mourisca, Antigamente, senza sapere esattamente se è stato il Fado carico di Storia, Memoria e Saudade che mi ha portato alle loro voci, o se le voci cariche di Anima, di Vita e di Cuore al Fado”.

L’album è anche un omaggio ai testi, alla musica e alla magia che hanno portato con sé e che hanno fatto del fado un luogo di espressione massima della cultura portoghese, dalla più popolare alla più erudita, dalla più semplice alla più complessa. Mafalda sottolinea ancora una volta la sua visione positiva dell’esistenza umana, come ad esempio in Vou dar a beber à alegria come lei stessa racconta: “Un grande classico come Vou dar a beber à dor, che Amalia ha lanciato universalmente, lo rendo più giocoso, come aveva fatto un’altra icona, Herminia Silva, e quel ‘dor’, dolore, diventa gioia”. Un disco che alla fine, con l’ultima traccia, ci conduce fino a Buenos Aires con la sorprendente rilettura di Invierno Porteño di Astor Piazzolla, con testo di Elàdia Blazquez, giusto epilogo al timbro di Fadas, senza dubbio uno degli album più appassionanti dell’anno.

 

Mafalda Arnauth è una delle voci più note del fado moderno, interprete chiave di un rinnovamento che ha avvicinato la musica tradizionale portoghese ad un vasto pubblico, anche quello dei più giovani, tanto da essere definita in patria la “nuova diva del fado”, grazie alla diversità di tematiche che affronta nelle sue canzoni. “Nella mia musica – ha dichiarato - non si avverte la solita attitudine fatalista. C’è fado, ma senza ovvietà. Perché io non scrivo di fantasia, mi ispiro alla vita di tutti giorni”. Fin da molto giovane Mafalda Arnauth si trova trasportata nel mondo delle case di fado, dove molto velocemente si lascia trascinare dall’apprezzamento del pubblico. A 24 anni Mafalda pubblica il suo primo album omonimo, che le fa ottenere la nomination ai Globes d’or , come migliore interprete. A partire da qui è un crescendo di concerti e successi in tutto il mondo ad ogni sua nuova pubblicazione.  Nel 2009 si consacra definitivamente anche in Italia con il cd+dvd “Flor De Fado” grazie al suo linguaggio musicale universale. “Fadas” è il suo settimo album.

Maggiori informazioni su www.kinomusic.it

 

Il Giornale della Musica - lug/ago 2011

 

Il Mattino - 29/3/11

 

Terra - 14/10/2010

 

Corriere Romagna 06/08/10

 

Il Resto del Carlino 06/08/10

 

La Voce di Rovigo 09/08/10

 

La Voce di Rovigo 10/08/10

 

L'Informazione/Il Domani Bologna 06/08/10

Flor de Fado è il quinto disco della giovane fadista Mafalda Arnauth. Un disco che, come dice la stessa interprete, “parla di amore puro, fraterno, universale, interiore. L’album precedente era più spirituale, mentre questo è più terreno, costruito come se le canzoni provenissero da una casa le cui porte sono sempre aperte. Non c’è la solita attitudine fatalista: c’è fado ma senza ovvietà”. La Arnauth, in pratica, non scrive di fantasia, si attiene rigorosamente alla realtà poiché crede che vi sia un universo ricco di esperienze vere e vissute di cui parlare. Parla di se stessa e delle cose che vede e che la colpiscono.

Questa l’elegante essenzialità con cui si presenta la cantante portoghese, nata a Lisbona con una passione per la musica visibile fin da molto giovane. Senza mai aver voluto essere artista, si trova da subito trasportata nel mondo dello spettacolo, dei viaggi, delle prove, delle case di fado, dove molto velocemente si lascia trascinare dall’entusiasmo di essere coperta di applausi, dall’apprezzamento del pubblico e così si scopre attraverso il canto. Con la freschezza caratteristica di una voce giovane e pulita, cattura il pubblico prima con la sua spontaneità, poi con i ricordi sempre presenti nelle voci che nascono con dei repertori di vecchi successi e, finalmente, dalla propria natura, dalle proprie composizioni, dalla sua personalità, rivelandosi in una forma più personale.

Dopo il primo disco omonimo, il secondo Esta Voz que me atravessa già aveva raggiunto un pubblico internazionale. Nel successivo lavoro Incantamento il fado della Arnauth abbandona quasi completamente la fatalità, la cattiva sorte e l’ombra: la tristezza le serve come nutrimento per la speranza; le sofferenze come ispirazione; le difficoltà come forza e respiro.  Diario, il quarto album, è invece probabilmente il più intimo e personale tra i dischi finora realizzati, visto che raccoglie ad ampio raggio le ispirazioni e relazioni della cantante (di amicizia, amore; allegre, tristi, separazioni, delusioni, nuove speranze…); la magia d’incontri speciali, dei suoi riferimenti artistici (Amália Rodrigues, Maria Bethânia, Charles Aznavour, Astor Piazzolla…); le sue collaborazioni e il cammino personale nella vita, guidato da convinzioni personali e anche da dubbi e tribolazioni.

 

ALIAS - 06/03/10

 

Lifestyle del Sole24ore - gennaio 2010

 

L'Espresso 25/09/09

 

Il Venerdì di Repubblica - 06/03/09

 

JAM - novembre 2009

 

Avvenire - 04/01/09

 

Il Manifesto - 06/01/09

 

Il Gazzettino  - 20/01/10

 

Il Piccolo 21/01/10

 

Il Piccolo 23/01/10

 

Messaggero Veneto 21/01/10

 

Messaggero Veneto 24/01/10

 

FADAS

è il nuovo album di

MAFALDA ARNAUTH

in uscita in Italia l’11 aprile per Egea Distribution.

 

 

Audioreview, giugno 2011

BIOGRAFIA

Mafalda Arnauth è nata a Lisbona il 4 ottobre del 1974 e fin da molto giovane la sua passione per la musica era visibile. Senza mai aver voluto essere artista, si trova da subito trasportata nel mondo dello spettacolo, dei viaggi, delle prove, delle case di fado, dove molto velocemente si lascia trascinare dall’entusiasmo di essere coperta di applausi, dall’apprezzamento del pubblico e così si scopre attraverso il canto. Con la freschezza caratteristica di una voce giovane e pulita, cattura il pubblico prima con la sua spontaneità, poi con i ricordi sempre presenti nelle voci che nascono con dei repertori di vecchi successi e, finalmente, dalla propria natura, dalle proprie composizioni, dalla sua personalità, rivelandosi in una forma più personale.

Grazie allo stimolo del suo primo produttore, Joao Gil, il suo primo album, interamente di sue canzoni, rivela la sua immagine. A 24 anni Mafalda inizia la sua carriera con l’album che le fa aggiudicare il Premio Rivelazione del settimanale Blitz, e l’anno seguente ottiene la nomination ai Globes d’or , come migliore interprete.

I concerti che porta in giro un po’ per tutto il mondo acquisiscono definitivamente delle caratteristiche personali, ed è attraverso i suoi temi che si rivela più profondamente, facendo aumentare in lei l’ansietà di far ascoltare ancora di più il suo repertorio e di poter lasciare, con il tempo, delle tracce nel mondo del suo Paese, della sua cultura. In ogni paese lascia una traccia del passato che l’ha ispirata, del presente che abita e del futuro che ancora sogna. Ciò che Mafalda principalmente desidera è comunicare…

Come risposta al successo quasi insperato del suo primo album, realizza il suo primo concerto nel luogo dove il fado è chiamato fado: nel settembre del 2000 riempie il Centro Culturale di Belem, a Lisbona, un anno dopo l’uscita del suo primo disco e dopo un lungo viaggio per il Portogallo e all’estero.

Nel marzo del 2001, Mafalda Arnauth pubblica il suo secondo lavoro discografico, questa volta con la produzione di Amelia Muge e di Josè Martins, che dirigono Ricardo Rocha (Chitarra portoghese), Josè Elmiro Nunes (Chitarra) e Paulo Paz (contrabbasso).

Esta Voz que me atravessa è il titolo del suo secondo album, uscito simultaneamente in Portogallo e in Olanda sotto l’etichetta EMI. Dalla poesia di Hélia Correia, alla musicalità geniale di Fausto Bordalo Dias è prima di tutto un momento di profonda crescita artistica e personale. Con questo successo Mafalda diviene la prima artista portoghese rappresentata internazionalmente dalla Virgin Records.

Nell’ottobre del 2001, presenta il suo secondo concerto nella capitale portoghese, un anno dopo quello al centro culturale di Belem, questa volta si esibisce nella sala del Culturgest, dove fa il tutto esaurito. Anche questa volta il concerto segna l’inizio di una tournée nelle diverse capitali europee di un’artista più ricca e più realizzata.

Il 2002 la vede impegnata in numerosi concerti, frutto naturale della proiezione dell’artista e del momento dorato vissuto dal fado. È in questa atmosfera che prende forma il suo terzo album.

Dopo un breve periodo di riposo, Mafalda Arnauth riscopre il piacere di comporre, scrivere la sua anima e i suoi misteri, inventare i suoi modi di dire la vita, e il suo fado acquista dei tratti di piacere e felicità quasi rivoluzionari.

Assumendo la produzione del suo terzo album, Encantamento, il fado di questa artista abbandona quasi completamente la fatalità, la cattiva sorte e l’ombra: la tristezza le serve come nutrimento per la speranza; le sofferenze come ispirazione; le difficoltà come forza e respiro. Il 2003 sarà per sempre un anno di grazia poiché vede compiuta la registrazione del suo terzo album. È nelle parole di Sophia de Mello Breyner che l’artista ritrova e sulle quali fonda il suo presente: andrei a bere la luce e vedere spuntare il giorno, andrei a bere la voce di questa promessa, che, a volte, come un volo, mi attraversa e su di lei realizzerei tutto il mio essere.

 

Con le forze e la sua anima rinnovata, Mafalda Arnauth si prepara per vivere e rivelare al pubblico il suo più profondo Incantamento...

Accanto agli sviluppi della sua carriera, Mafalda Arnauth ha inoltre cambiato le proprie abitudini, cercando di condurre una vita più salubre. La sfida di una carriera che la impegna sempre di più – con circa 15 concerti al mese – l’ha “obbligata” ad optare per nuove regole di vita (dieta, sonno, esercizi e tecniche per la voce) e a un diverso atteggiamento emotivo che sostenga questi nuovi ritmi.

Questa nuova persona è la Mafalda Arnauth che ci ha regalato il quinto album, Diario, uscito il 31 ottobre 2005. È probabilmente il più intimo e personale tra i cd finora realizzati, tenuto conto che si tratta quasi di un “diario”. Il nuovo album raccoglie ad ampio raggio le ispirazioni e relazioni della cantante (di amicizia, amore; allegre, tristi, separazioni, delusioni, nuove speranze…); la magia d’incontri speciali, dei suoi riferimenti artistici (Amália Rodrigues, Maria Bethânia, Charles Aznavour, Astor Piazzolla…); le sue collaborazioni e il cammino personale nella vita, guidato da convinzioni personali e anche da dubbi e tribolazioni.

Il nuovo album quindi propone una sintesi tra la vita attuale di Mafalda Arnauth e tutti i fattori e i mezzi che l’hanno portata ad essere ciò che è. Diario spazia dal Fado tradizionale a nuovi contenuti e temi di vita quotidiana, cercando di accantonare l’idea che questo genere sia destinato a muoversi sempre in un mondo triste e buio.

C’è molta forza nell’affermare (come fa in una delle nuove canzoni, Audacia): “Se ne va, il fado oscuro; se ne va con le mura di paura”.

Il Manifesto - 12/03/09

 

Giornale della Musica

febbraio 2010

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