La Maglia Nera
Scritto ed interpretato da Matteo Caccia, La Maglia Nera è un viaggio a tappe - 6, per la precisione - nel mondo del ciclismo d'altri tempi, quello degli eroi e delle imprese, quello dei corridori che andavano alle corse in treno, dormendo lungo i vagoni abbracciati alle loro biciclette, quello di Coppi e Bartali (ma anche quello dell'Italia post-bellica divisa tra PCI e DC, quello della Jugoslavia in cui i ciclisti italiani, oltre a correre in bicicletta, arrotondavano lo stipendio vendendo di contrabbando tutte quelle merci che il regime di Tito aveva vietato, dei ciclisti che per lavoro facevano i muratori o i garzoni di macelleria). Un mondo che oggi potrebbe apparire surreale, che ci viene presentato attraverso gli occhi del grande Luigi Malabrocca, il "Cinese" di Garlasco (scomparso nel 2006), famoso non tanto per le sue doti di ottimo ciclista, ma per essere un abituée dell'ultimo posto nella classifica del Giro d'Italia, peculiarità che gli permise di costruire la sua popolarità e di prendersi soddisfazioni anche sul piano economico (l’ultimo classificato si aggiudicava un cospicuo premio in denaro). In particolare, nel giro del 1949, la sua rivalità col muratore vicentino Sante Carollo (scomparso nel 2004) per la corsa all'ultimo posto appassionò l'Italia tanto quanto quella che c'era in testa alla corsa, tra Coppi e Bartali.
In un momento storico in cui gli italiani si sentivano “ultimi”, era facile per la gente ai bordi delle strade affezionarsi a quel reietto che arrivava in fondo, arrivava ultimo ma arrivava, e l’unico modo in cui potevano premiarlo era attraverso i doni che conoscevano: salami, damigiane di vino, d’olio, formaggi e animali.
Una figura che dopo aver dato prestigio al ruolo dell’ultimo, elevandolo per la prima volta al rango dei primi, si concesse il lusso di vincere 2 campionati italiani di ciclo campestre, il ciclismo di campagna, regalando agli italiani un insperato sapore di riscatto e una nuova sensazione di speranza.
Nel solco del teatro di narrazione, La Maglia Nera è una storia “di sfondo” che racconta un pezzo d’Italia attraverso la vita sportiva e umana di un ciclista, un uomo, un italiano degli anni ’50, che con la semplice intenzione di fare la SUA storia è stato in grado di rappresentare LA storia.
Quella di un paese piegato ma pieno di volontà e coraggio.
La storia del nostro paese.
SportWeek della Gazzetta dello Sport - 06/03/09
Il Corriere dello Sport - 10/03/09
LaRepubblica.it - 09/03/09