PRODUZIONI FUORIVIA
in collaborazione con il
FESTIVAL TEATRALE di BORGIO VEREZZI
con il patrocinio di:
Istituto Svizzero di roma, Ambasciata di francia, Dams Imperia
presenta
RIEN A SIGNALER
(una finestra sul mediterraneo)
liberamente ispirato a “Marinai perduti” di Jean-Claude Izzo
di Simone Gandolfo e Fabio Beccacini
con
PAOLO GRAZIOSI
SERGIO ROMANO
SARA CIANFRIGLIA
musicisti in scena
GIANMARIA TESTA
musiche di
GIANMARIA TESTA
disegno luci di
ANDREA VIOLATO
scenografia di
LINO GANDOLFO
costumi di
RICCHEZZA FALCONE
con la collaborazione di
LATITUDINE 45
regia di SIMONE GANDOLFO
DEBUTTO IN ANTEPRIMA NAZIONALE
BORGIO VEREZZI, 24-25-26 LUGLIO 2008
ALTRI SPETTACOLI:
PORTICI (NA), 13 SETTEMBRE 2008
Rien a signaler è un testo teatrale destinato a debuttare in anteprima nazionale a Borgio Verezzi (24, 25 e 26 luglio 2008).
Il testo è nato dalla penna di Simone Gandolfo e da quella di Fabio Beccacini, entrambi amanti di Jean-Claude Izzo, lo scrittore marsigliese autore della nota trilogia che vede come protagonista Fabio Montale e di altri romanzi, tra cui “Marinai perduti”, a cui Rien a Signaler è liberamente ispirato.
L’idea dello spettacolo è quella di raccontare i diversi modi che ha il tempo di scorrere: lento per chi corre verso la disperazione, oppure veloce per chi accoglie i colori che la vita prende nel suo scorrere.
Rien a signaler racconta la storia di due uomini, un Capitano e il suo Secondo. Racconta la storia di un cargo, il “solea”, attraccato da tanto tempo, troppo tempo, in un indefinito porto del Mediterraneo. Il “solea” non riprenderà il mare - questo i nostri protagonisti lo sanno bene - ma la paura di affrontare il mondo che non ondeggia è troppa. E allora rimangono a bordo e si spengono lentamente.
In questo largo, malinconico addio, evocano i sapori delle loro terre, terre di olivi, terre difficili, dove ogni metro è strappato alla macchia col sudore della fronte.
Nel crogiuolo dei ricordi si fondono le loro storie, fatte di attese, di rocce calde e alberi con le foglie d’argento.
Sono uomini stanchi, uniti dalle loro solitudini, ma soli con la loro croce da portare.
Troppo duri per gridare aiuto, troppo codardi per aiutarsi.
E poi c’è lei “MARLENE”. Marlene è il sole che ubriaca, che cuoce la pelle; lei porta la luce in questa storia di ombre. Quando la vedono le lancette dell’orologio cominciano a correre più veloci, impazzite, contagiate dalla sua gioia e dal suo sorriso puro.
Si! Puro nonostante tutto, puro benché la vita abbia provato in tutti i modi a sporcarla.
Marlene è una prostituta, figlia di una prostituta, con un padre fuggito senza avere mai visto il suo volto. Eppure a vederla non si prova pena nè compassione: solo gioia. E magari si piange anche un po’, ma sono lacrime calde, che chiamano sorrisi.
I destini dei personaggi di questa storia corrono paralleli, precisi come timer che il destino ha programmato: da una parte i due marinai che piano piano si fermano, come pendole senza carica; dall’altra Marlene che racconta la sua storia e più racconta più i rintocchi della sua gioia si fanno contagiosi.
Poi i loro destini si scontrano e c’è lo schianto. Dapprima sembra che tutto possa aggiustarsi quasi per caso, che gli ingranaggi possano tornare a girare. Ma non è così semplice, perché chiusi in un cargo attraccato nel “cimitero dei dinosauri”, i sogni si può solo sognarli.
Per viverli bisogna scendere la scala, cosa che, come ci spiegherà il Secondo, non è facile per nessuno. Ma alla fine una fiamma di speranza resta accesa. Perché ci sarà sempre un marinaio perduto a raccontare questa storia, purchè ci sia qualcuno che voglia ascoltarla.
Queste anime perse ci faranno vagare nel porto, tra i carugi, con l’odore di bottarga incollato al naso e la sansa tra i capelli. Ci guideranno tra le campagne terrazzate che digradano al mare, ci porteranno dentro la pancia di una nave accanto a chi migra per cercare la terra promessa, vicino a chi si incurva sotto il peso della fatica.
Rien a signaler è una ballata, disegnata dalle canzoni di Gianmaria Testa che fa riflettere perché fa sognare, con la malinconia che ha solo chi ama disperatamente la vita.
Il progetto è quello di debuttare in anteprima al festival di Borgio Verezzi, che, insieme a Produzioni Fuorivia, è il produttore dello spettacolo.
Il Corriere della Sera - 07/09/08
Il Mattino ed. Napoli - 17/09/08